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LE E-BIKES COMPORTANO UN MAGGIOR ESERCIZIO FISICO RISPETTO ALLE BICI NORMALI

Quello delle bici elettriche è un fenomeno in costante crescita, e, dato che il loro utilizzo è decollato in tutto il mondo, per domanda e offerta, i modelli disponibili sono diventati accessibili ai più. Oggi sul mercato possiamo trovare delle e-bike da un budget minimo di circa 500€, a modelli più accessoriati e di qualità che partono da 1.500€.
Diversi fattori hanno determinato l’utilizzo delle e-bike su vasta scala, e consentito quindi di elaborare un’analisi molto ampia e approfondita. Lo studio, recentemente pubblicato su “Transportation Research Interdisciplinary Perspective Journal”, ha preso in considerazione un campione di oltre 10.000 soggetti appartenenti a 7 paesi UE.
La ricerca ha determinato il consumo di energia mediamente richiesto in differenti forme di trasporto, come camminare e guidare, includendo anche l’utilizzo di e-bike,  Lo studio ha poi intervistato le migliaia di partecipanti per determinare la quantità di tempo speso in tale tipo d’attività nell’arco della settimana e le distanze percorse.
Da ciò che ne è risultato, è possibile affermare che l’utilizzo di una bicicletta elettrica comporta un maggiore esercizio rispetto alla bici tradizionale.
Questo risultato viene attribuito dai ricercatori in larga misura al maggior tempo che i ciclisti “elettrici” spendono usando il mezzo, solitamente infatti usato per tratte più lunghe rispetto alle bici normali.

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UNA BIOHACKER S’IMPIANTA UN CHIP SOTTOCUTANEO NEL BRACCIO PER SBLOCCARE LA PROPRIA TESLA

Ci sono molti modi per sbloccare un’auto di nuova generazione (tessera, telecomando, app dedicata) ma un proprietario ha trovato un modo tutto particolare: impiantare un chip RFID (radio-frequency identification) nel proprio braccio e usarlo per sbloccare la propria vettura.
Un nuovo passo per il transumanesimo?
La biohacker Amie DD sulla piattaforma Hackaday ha rilasciato un video su come ha estratto il chip RFID dalla tessera della sua Tesla Model 3 e creato un impianto sottocutaneo che si è iniettata nel braccio.
Potrà sembrare una pazzia iniettarsi un pezzo di tecnologia sotto la propria pelle, ma in realtà è un procedimento molto simile a quello che facciamo ordinariamente con gli animali domestici per identificarli facilmente.
Amie in realtà aveva già un chip sottocutaneo precedentemente impiantato , e sperava di poterlo programmare per eseguire lo sblocco del veicolo, ma il sistema di sicurezza dell’auto lo ha impedito.

Così ha deciso semplicemente di estrarre il chip presente nella tessera originale del veicolo e, una volta prelevato tale chip, lo ha incapsulato in un formato più piccolo e di materiale adatto, così da poterlo impiantare nel proprio braccio.
Infine si è rivolta ad un esperto implantologo per eseguire l’operazione.

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