Motori del mutamento

I “motori” del mutamento sono tanti e fanno strada

 

Tecnologia – Mobilità sostenibile – Mercato del lavoro. I motori del mutamento

 

È stato questo l’eloquente titolo scelto per l’incontro di inaugurazione del festival CI.TE.MO.S. (acronimo di Città, Tecnologia, Mobilità Sostenibile).

Il Festival Citemos

Promosso da Confartigianato e Comune di Vicenza con il contributo della Camera di Commercio, di EBAV (Ente Bilaterale Artigianato Veneto), Intesa Sanpaolo, Mercedes Smart, Trivellato, AIM e Itas, in collaborazione con Confindustria e Confcommercio e col patrocinio del Ministero dell’Ambiente, il Festival per tre giorni ha proposto incontri ed eventi proprio sui temi delle nuove tecnologie, per la mobilità sostenibile e i relativi riflessi sulla vita dei cittadini e delle imprese, dando loro uno sguardo da più angolazioni per capirne la complessità ma anche le potenzialità.

A fare da introduzione ai tanti eventi del Festival è stato l’appuntamento di inaugurazione ospitato nella Sala Stucchi del Comune di Vicenza.

Uno dei metodi più utilizzati per classificare un’epoca, è quello di riferirsi ai suoi tipici mezzi di locomozione: infatti, fino a poco tempo fa, il futuro veniva rappresentato attraverso vetture alimentate da carburanti alternativi, veicoli che si muovono da soli, mezzi che si spostano su monorotaie sospese e auto volanti.

Molte di queste visioni, se ci pensiamo, sono già diventate realtà o stanno per concretizzarsi. La tecnologia, come ormai palesemente dimostrato, ha ridotto di molto le tempistiche per lo sviluppo delle applicazioni, ha sconvolto alcuni nostri schemi cognitivi e operativi, permettendoci, grazie alla costante ricerca di nuovi stimoli e risposte, l’accesso a strumenti senza confini di sorta.

Nei prossimi anni il mercato dell’auto elettrica esploderà e, con ciò, scatterà la rivoluzione della mobilità sostenibile. Il ruolo della mobilità elettrica è infatti cruciale per modificare il binomio trasporti-inquinamento, che deve attendersi l’adeguamento delle infrastrutture, scheletro strutturale del territorio nazionale. Il comparto produttivo italiano non potrà certo limitarsi a guardare, ma dovrà reagire con la sua innata reattività.

I contributi dei relatori

Nella cerimonia inaugurale del Festival sono stati presentati, grazie al contributo di importanti relatori, realtà istituzionali e del mondo universitario, i temi cardine della manifestazione.

“Citemos è una manifestazione che si innesta nel solco di un cammino intrapreso da Confartigianato Vicenza già nel 2011 con Futuro Elettrizzante. Allora, a seguito di un progetto conoscitivo sulla mobilità sostenibile, emerse che ammonta a 80km al giorno la percorrenza media dei nostri artigiani, e credo anche di molti dei nostri cittadini. Poi abbiamo avviato, con l’impegno di elettromeccanici e meccanici, Reborn progetto unico nel suo genere per trasformare l’auto a benzina in veicolo elettrico. Ora ecco Citemos, alla sua seconda edizione, per fare il punto con istituzioni, università e altri attori sociali, sullo stato dell’arte della mobilità elettrica. Un tema questo che, sebbene ora all’attenzione di molti, trova ancora qualche ostacolo e che però non può più attendere, per il benessere di tutti oggi e domani”, ha spiegato Gianluca Cavion, vice presidente di Confartigianato Vicenza, in apertura del Festival.

Sono seguiti gli interventi di Gaetano Marangoni, vice presidente di Confindustria Vicenza, di Fabio Zampieri di Confcommercio, e di Renzo Simonato – Direttore Regionale Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige Intesa Sanpaolo. A fare gli onori di casa, l’evento di apertura di Citemos si è infatti svolto in Sala Stucchi del Comune, sono stati il sindaco di Vicenza, Francesco Rucco, e l’Assessore alle Infrastrutture, Claudio Cicero.

La sostenibilità dei trasporti: sogno o meta raggiungibile? “O un incubo se lasciamo che diventi il sogno realizzato da altri”, ha esordito Fabio Massimo Frattale Mascioli docente dell’Università La Sapienza di Roma. “Il nostro Paese su questo, come su altri temi, è come una balena spiaggiata e c’è chi tira le corde per riportarla in mare e chi invece tira dal lato opposto. Non possiamo più permettercelo. Anche sulla mobilità sostenibile va creato un ecosistema, va costruito un dialogo tra quanti se ne occupano, va integrato il passato (alcuni saperi artigiani in via d’estinzione) e il presente – ha continuato Frattale Mascioli-. La mobilità sostenibile è un obiettivo che possiamo raggiungere anche noi e per questo è fondamentale che nei territori ci siano obiettivi comuni e condivisi. Servono poi tempi rapidi di reazione. Le imprese artigiane possono molto anche in questo settore: per le loro competenze e perché se unite possono guardare a obiettivi futuri”.

“Il futuro non è più quello di una volta – ha aggiunto Leonardo Buzzavo del Dipartimento di Management dell’Università Cà Foscari di Venezia, citando Paul Valery-. Il pericolo vero è fare come si è sempre fatto nella convinzione che se ha funzionato fino ad ora …. Invece bisogna guardare avanti e questo vale per tutti, anche per le imprese altrimenti ne faranno le spese. É quindi necessario lavorare sugli strumenti e pensare, come detto, per ecosistemi. Pensiamo all’auto che si guida da sola: può essere utile per la mobilità di alcuni soggetti (anziani e giovanissimi), ma apre scenari inediti per le carrozzerie e i meccanici, per le assicurazioni e per le istituzioni”.

Obiettivo della manifestazione

Anche per questo secondo anno, l’obiettivo della manifestazione è stato duplice: da un lato fornire contenuti e soluzioni per il mondo dell’imprenditoria, offrendo anche stimoli volti a favorire l’innovazione; dall’altro presentare l’evoluzione dell’“ecosistema” partendo dal ruolo cruciale della tecnologia, coinvolgendo tanto gli enti che le persone, vero “motore” del cambiamento; senza dimenticare i giovani, quelli che il cambiamento lo vivono come condizione quotidiana e che hanno maggiore dimestichezza con le nuove tecnologie, e che quindi rappresentano a loro volta una risorsa importante per la società, le istituzioni e le imprese.

Uno dei questi motori è indubbiamente la tecnologia che non è solo applicazione industriale. Matteo Laffranchi, ricercatore dell’IIT, a Citemos ha presentato Hannes la mano protesica di derivazione robotica dell’Istituto Italiano di Tecnologia che, attraverso alcuni sensori che catturano gli impulsi nervosi, si muove come una mano “vera”. Sorprendente la dimostrazione dal vivo e suggestiva la testimonianza proprio di un artigiano che, perduta una mano per un incidente, grazie ad Hannes è tornato a lavorare con l’efficienza di prima.

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