La mobilità sostenibile nella nostra città del futuro

La mobilità sostenibile nella nostra città del futuro

Venerdì 15 settembre 2017

Si pensava che le tecnologie ci portassero a muoverci meno, invece ci muoviamo comunque tantissimo.

Mobilità sostenibile significa coniugare lo spostamento dell’informazione con la dimensione umana, con la dimensione culturale e anche con quella pratica. Ci ritroviamo dunque in un nuovo ecosistema, all’interno del quale vi sono moltissimi attori: cittadini, istituzioni, aziende (piccole, medie e grandi), ambiente e tecnologie. La protagonista diventa la città di Vicenza, che si ritrova a cambiare insieme alle tecnologie, grazie allo sforzo di numerosi attori istituzionali.

Dialogo tra Leonardo Buzzavo (Professore all’Università Ca’ Foscari di Venezia), Luigi Anniballi (Università Sapienza di Roma), Marco Canesi (Head of Telematics Product Management – Vodafone Automotive)

L. Buzzavo: cosa c’entra il lavoro dell’Università Sapienza con la mobilità sostenibile?
L. Anniballi: il progetto della biocarrozza unisce il passato al futuro. La nostra idea della carrozza elettrica è stata progettata ispirandoci all’idea delle carrozze tradizionali trainate dai cavalli, ed è nata a seguito dei problemi tra gli animalisti e la Pubblica Amministrazione. Grazie al suo design retrò viene mantenuto il fascino della carrozza di un tempo. Abbiamo realizzato comunque vari progetti nel nostro laboratorio che si trova a Cisterna di Latina, dove viene fatta una ricerca applicata, con l’obiettivo del trasferimento tecnologico:

  • PROGETTO VALENTINO I
    Imbarcazione che funziona automaticamente alla luce del sole.
  • PROGETTO VALETINO II
    Dimostrazione della possibilità di un sistema multimodale per promuovere un turismo sostenibile, come modo di risolvere il traffico.
  • PROGETTO HI-ZEV 2015
    Macchina ad altissime prestazioni, prototipo da 520 cavalli.
  • PROGETTO SMART GRIDS
    Secondo il nostro gruppo di elettrotecnica, ciò che va fatto per la mobilità non è solo il veicolo ma anche l’infrastruttura, che sia capace di andare verso reti intelligenti, in cui la macchina diventa parte del sistema e l’utente diventa un attore importantissimo.
  • PROGETTO MICRO GRID
    Ricarica veloce da fonti rinnovabili, ricarica un mezzo in 20-30 minuti all’80% rispetto alle 8 ore classiche. Siamo un’Università che guarda alle aziende, perché siamo dell’idea che se si vuole portare la mobilità sostenibile e l’innovazione tecnologica bisogna puntare alle aziende in modo che siano loro le promulgatrici di tale progetto.

L. Buzzavo: vi è ora la possibilità di recuperare auto classiche (es. Jaguar).
L. Anniballi: si tratta di un progetto di retrofit dove a una macchina termica, si tratta di togliere il motore termico e di sostituirlo.

L. Buzzavo: che messaggio vuole dare agli operatori della filiera?
L. Anniballi: quello di promuovere la sostenibilità, e la carrozza ne è un esempio, è un mezzo che potrebbe essere trasformato in tante cose. Può sostituire i trenini diesel che sono presenti nei parchi di Roma. È un’esperienza che si può travasare, i progetti non devono mai essere fini a se stessi ma devono essere multiuso.

Marco Canesi

L. Buzzavo: perché siete qui? Perché appoggiate questa manifestazione?
M. Canesi: appoggiamo questa manifestazione perché sta dando un’applicazione concreta dei temi della tecnologia. Chi siamo? Vodafone Automotive è un centro di competenza di Vodafone per lo sviluppo dei temi dell’automotive. Ci occupiamo di supportare lo sviluppo dell’IoT (Internet of Things). Gli oggetti sono i mezzi della catena di produzione che, messi in rete, possono comunicare facilitando determinate attività. Si parla ora di protocolli interconnessi e non più solo fini a se stessi. La rete deve fornire informazioni sui picchi di gestione e di uso per potersi ricaricare e riadattare. Noi di Automotive ci occupiamo della connettività di tutti gli strumenti che vengono messi a bordo delle auto; si stanno gettando le basi per i veicoli che troveranno realizzazione nei prossimi anni. I veicoli non nascono già connessi ma vengono connessi successivamente per determinate finalità.
L. Buzzavo: quali saranno i trend importanti che plasmeranno la realtà?
M. Canesi:

  • auto elettriche: tutte le case automobilistiche stanno annunciando piani di abbandono dei combustibili fossili in favore dei motori elettrici
  • auto connesse: capacità di connessione delle auto per abilitarle ad una serie di servizi. Auto connesse che trasmettono informazioni in caso di situazioni critiche (es. avvisare se c’è un incidente nei paraggi). Auto che si connettono sia tra di loro che con l’infrastruttura (es. auto che si guida da sola)
  • ecosistema di punti che devono essere connessi: quindi non solo auto ma anche bici elettriche e tutto ciò che riguarda il panorama che ci sta intorno mentre siamo alla guida, perciò semafori, incroci, etc. Tutto questo serve per poter calibrare come lavorare
  • car-sharing: riguarda la condivisione dei veicoli e non più il loro possesso. Intermobilità significa usare treno, bici, automobile, etc. per muovermi contemporaneamente. Tutto ciò ha chiaramente un impatto diretto sulla vita delle persone

L. Buzzavo: si parla di poter rendere le cose più intelligenti.
M. Canesi: sono due i temi fondamentali:

  • sicurezza: vi sono tanti oggetti che vengono messi in rete, ma è necessario che vengano messi in sicurezza onde evitare hackeraggi. Questo è un pericolo non indifferente, si tratta di un tema non banale
  • privacy: i dati rivelano tutto ciò che facciamo, perciò vanno gestiti correttamente, ne va data visibilità solo per i servizi richiesti o per quelli sinergici ma in modalità sicura

L. Buzzavo: ci sono altri messaggi, altri temi che vuole comunicare?
M. Canesi: chi progetta questi servizi non riesce a pensare a tutte le sfaccettature, per cui c’è spazio per le start-up ed idee nuove.

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