Innovazione viaggia veloce

L’innovazione viaggia veloce

Il Festival Citemos

Quasi una ventina di appuntamenti in tre giorni, più due sessioni dedicate agli studenti.

Questi eventi e molto altro hanno animato il festival “CI.TE.MO.S. andato in scena per il secondo anno consecutivo a Vicenza e imperniato su presente e futuro della mobilità sostenibile.

Un tema ben riassunto nell’ultimo appuntamento in programma dal titolo “Quale politica industriale per facilitare la mobilità sostenibile e il comparto produttivo collegato?” che si è svolto al Palladio Museum di Vicenza, e al quale sono intervenuti, dopo i saluti del direttore generale di Confartigianato Vicenza, Pietro Francesco De Lotto, e di Cesare Fumagalli, Segretario Generale Confartigianato Imprese, Valerio Rossi Albertini (fisico nucleare e primo ricercatore CNR), Enrico Quintavalle (responsabile Ufficio Studi Confartigianato imprese) che ha presentato un’analisi sulla mobilità sostenibile in Italia e in Europa, e Mark Aguettaz di GIPA Automotive Aftermarket Intelligence.

A trarre le conclusioni dei tre giorni di Citemos, il presidente di Confartigianato Vicenza, Agostino Bonomo, che ha ribadito “l’importanza di momenti come questi che, oltre al fare il punto della situazione su tecnologia e mobilità sostenibile, mirano a diffondere su quei temi sensibilità e cultura nella comunità.”

Come ha detto il sociologo Francesco Morace, infatti, bisogna porre questi temi all’ordine del giorno nelle nostre conversazioni per accrescere la sensibilità. Come Paese dobbiamo crescere, come aziende essere lungimiranti, come società porci seri interrogativi.

Temi dei principali momenti vissuti nel corso della manifestazione

L’auto elettrica e le batterie al grafene

È più resistente dell’acciaio, ma è anche flessibile, è trasparente ed è leggerissimo: stiamo parlando del grafene, materiale che per queste proprietà – e per molte altre – viene considerato uno dei materiali del futuro, e che presto troverà utilizzo in molti oggetti: dagli occhiali ai cavi, dalle celle fotovoltaiche ai telai per automobili fino alle batterie per cellulari, computer, auto.

L’Italia può vantare uno dei massimi esperti sui segreti del grafene, Francesco Bonaccorso, ricercatore all’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, il quale ha illustrato a Vicenza, con le sollecitazioni del moderatore Daniele Invernizzi di ev-Now!, le qualità delle batterie al grafene che, oltre a essere immuni all’effetto logoramento, possono vantare la capacità d’immagazzinare energia in tempi rapidissimi, offrendo una performance migliore in termini di durata e occupando pochissimo spazio.

Dal punto di vista della mobilità elettrica, una volta superata la barriera dei costi di produzione delle batterie, l’utilizzo del grafene può rappresentare una svolta epocale.

Nell’era del “4.0”

Spesso sentiamo parlare di “Industria 4.0”, il provvedimento del governo italiano (2016) varato per incentivare le imprese ad adeguarsi ed aderire pienamente alla “quarta rivoluzione industriale” con un mix di incentivi fiscali per favorire l’innovazione tecnologica nelle aziende, la diffusione della banda ultra-larga, la formazione dalle scuole all’università.

Ma è il termine “Impresa 4.0” quello che invece sta a indicare, a livello più generale, quanto la digitalizzazione stia cambiando i modi di realizzare, progettare e distribuire i prodotti, portando importanti trasformazioni anche nel comparto manifatturiero.

Proprio su tale evoluzione si è svolto l’incontro che ha visto intervenire Gianni Dal Pozzo (Considi), Ennio Chiatante (Comau) e Gabriele Ronco (Intesa Sanpaolo Forvalue) coordinati da Sebastiano Zanolli (manager e scrittore). Assieme a loro si è ulteriormente capito quanto e perché il “4.0” rappresenti una sfida cruciale, che nei prossimi anni cambierà sia le competenze che le abilità ricercate; di conseguenza, l’applicazione delle tecnologie digitali sui prodotti e sui processi aziendali influenzerà pure la filiera della subfornitura.

Tali dinamiche, legate alla diffusione della cosiddetta “produzione intelligente” realizzata mediante l’utilizzo diffuso dell’IOT, ovvero l’Internet delle Cose, stanno ovviamente trovando sempre più spazio sia nei sistemi della mobilità che nei veicoli stradali. E il fatto che ciò avvenga non solo a supporto, ma anche in sostituzione dell’uomo, implica un passaggio anche di carattere culturale verso il futuro.

Eccellenze della ricerca Made in Italy

Mantenendo il suo punto di vista innovativo e curioso, Paolo Gila, giornalista Rai e autore del libro “Ho visto lontano”, da cui prende il nome la conversazione che ha tenuto a Vicenza, ha portato il pubblico in un ideale viaggio fra i trend e le eccellenze del Made In Italy in chiave di mobilità elettrica.

Pensare al futuro non significa, infatti, solo immaginare sistemi di propulsione meno inquinanti: la mobilità sostenibile passa anche attraverso un “reimpiego creativo” della mobilità nel suo insieme. In quest’ottica, gli ospiti Sergio Verrecchia (presidente Bike Mi) e Terenzio Gigi Gaudio (presidente e a.d. di Icona) hanno raccontato la loro esperienza come rappresentanti di due eccellenze italiane che hanno saputo affrontare e gestire la sfida della mobilità elettrica.

Infrastrutture per la mobilità sostenibile

“I noccioli della questione, quando si parla di infrastrutture stradali, sono sostanzialmente due: sicurezza degli utenti e gestione opportuna dei costi”, ha spiegato Carlo Pellegrino, direttore del Dipartimento di Ingegneria Civile Edile e Ambientale dell’Università di Padova. Troppo spesso però mancano informazioni sulle infrastrutture, sul programma di sorveglianza delle stesse, mancano risorse economiche, i rischi sono sottostimati e manca una cultura della prevenzione (ma siamo bravissimi a gestire le emergenze).

Partendo da queste evidenze l’Università di Padova ha realizzato Bridge Management System che consente “di archiviare i dati ‘anagrafici’ del manufatto, quindi verificare il suo stato di degrado e stimare eventuali costi di manutenzione – ha spiegato Pellegrino-. Il tutto perché interventi adeguati e programmati aumentano l’affidabilità del manufatto”.

Infrastrutture non vuol dire solo strade ma anche rete di ricarica delle batterie, ancora insufficiente a garantire una mobilità senza problemi. Questo aspetto, legato alla paura di rimanere a “secco”, verrebbe meno con un’espansione capillare dei punti di rifornimento: tra l’altro, grazie alla tecnologia di geo-localizzazione e la connettività, sarebbe anche facile sapere dove è installata una colonnina, se è libera e attiva.

“L’autostrada è una struttura primaria e nella nostra visione c’è già una piattaforma tecnologica – ha spiegato Pier Mauro Masoli di Autostrada Brescia-Verona-Vicenza-Padova s.p.a.-, l’auto elettrica ha indubbiamente bisogno di adeguate infrastrutture per funzionare. Questa visione la vogliamo concretizzare nella nuova strada a Nord della Valdastico dove vorremmo infatti predisporre tutto quanto servirà per un futuro che iniziamo a immaginare e questo porterà all’ammodernamento del resto della rete stradale”.

“Nel nostro caso, entro il 2019 dovremmo dotare le aree di servizio di punti erogazione di metano liquido e di colonnine, nel frattempo abbiamo avviato con il nostro concedente la progettazione e la sperimentazione del primo tratto elettrico sul territorio italiano, cioè un’autostrada che ha cavo elettrico e permette ai camion e alla trazione pesante di potersi ricaricare e viaggiare con l’elettrico”, ha aggiunto Giuseppe Matroviti, direttore di esercizio A53 Bre-Be-Mi spa.

“Per quanto ci riguarda, con i finanziamenti in calo, cerchiamo di intervenire al meglio su un patrimonio stradale, lo ricordo, che ha dai 40 ai 50 anni di vita e che nel tempo ha conosciuto ‘sollecitazioni’ come mai prima. Ecco quindi che abbiamo provveduto a cambiare tutte le sottofondazioni delle strade, anche utilizzando materiali di ultima generazione”, ha raccontato dal canto suo Ivano Zattoni (Veneto Strade spa).

Infine il punto di vista degli automobilisti portato da Luigi Battistolli (presidente ACI Vicenza): “La rivoluzione tecnologica impatterà anche su chi guida l’auto non solo in termini di accessibilità alla mobilità ma anche in termini di codice della strada e assicurazione. Il nostro parco auto è vecchio e di conseguenza molto inquinante. E allora ben vengano le auto elettriche purché sicure ed economicamente accessibili”.

I sistemi di sicurezza

La Commissione Europea pochi mesi fa ha diffuso il terzo e ultimo aggiornamento relativo all’iniziativa Europe On the Move, dedicata alla mobilità e ai trasporti. L’obiettivo è quello di migliorare la sicurezza sulle strade e, per questo, viene prevista la possibilità di introdurre una serie di dispositivi obbligatori sui veicoli di nuova immatricolazione.

La normativa dovrà essere approvata dal Parlamento e dal Consiglio e in seguito serviranno, si presume, tre anni per l’entrata in vigore delle regole. L’obbligo quindi potrebbe scattare dal 2021 se la norma sarà approvata già entro quest’anno, ma il termine potrebbe slittare.

Per aumentare il livello di sicurezza le proposte della Commissione Europea fanno leva sugli Adas, ovvero Sistemi Avanzati di Assistenza alla Guida considerati essenziali per la sicurezza attiva sulle strade. Sulle auto saranno 11 i sistemi che dovranno essere di serie, tra cui spiccano la frenata automatica, il controllo della stanchezza e della distrazione del guidatore, il controllo automatico della velocità con riconoscimento dei segnali stradali e il mantenimento della corsia, oltre a quelli già esistenti.

A questi dovrebbero aggiungersi, con tempi più lunghi (da 5 a 7 anni dall’approvazione) altri sistemi di sicurezza, estesi anche ai veicoli commerciali e ai mezzi pesanti. Nel corso dell’incontro dedicato a questo tema, Francesco Morace (sociologo), Enrico Pagliari (direttore tecnico ACI) e Leone Martellucci (professore dell’Università La Sapienza di Roma), moderati da Leonardo Buzzavo (dipartimento di Management di Ca’ Foscari), hanno portato la loro esperienza, senza dimenticare di chiedersi come reagiranno gli automobilisti e che impatti avrà sul mondo produttivo l’arrivo di tutte queste tecnologie.

L'innovazione viaggia veloce

Imprese e Green Economy

Green Economy, ovvero economia verde. Sull’ecologia ognuno tende ad avere una sua idea, basata probabilmente sul proprio stile di vita, sulle proprie esperienze e sulla propria coscienza ambientale. Se poi ci si addentra sul piano imprenditoriale subentrano anche altri aspetti, il principale dei quali è l’essere “sostenibili” ma anche competitivi sul mercato. Si parla sempre più spesso di “decarbonizzazione”, di transizione energetica, ma quali sono realmente gli aspetti su cui le piccole medie aziende italiane stanno focalizzando i loro investimenti?

Partendo dal quesito se il tema Green Economy è un’esigenza o un’opportunità nata da un problema che ci stava per travolgere, Stefania Trenti (Intesa Sanpaolo) e il giornalista Paolo Gila hanno approfondito la questione, focalizzandosi anche sulle trasformazioni che tale tipo di economia porta nelle modalità di produzione e sulle nuove tipologie di lavoro che favorisce in termini occupazionali. A raccontare l’esperienza di un’impresa di green economy è stata Susanna Martucci di Alisea (azienda di Vicenza).

L’evoluzione del mercato automobilistico

Il giornalista di “Quattroruote”, Davide Comunello, ha spiegato come ormai in molti si aspettino un cambiamento radicale e sconvolgente nel mondo dell’auto: le opzioni sono così aperte da non rendere possibile tracciare una linea precisa su dove andranno i mercati, mentre i consumatori non sanno come orientarsi tra nuovi modelli che potrebbero essere obsoleti già dopo due anni.

Per quanto il motore elettrico sia indicato come il trend numero uno per il settore da qui al 2025, c’è chi crede che l’auto elettrica fallirà nella sua sfida mancando infrastrutture adeguate e sistemi di ricarica sufficientemente rapidi.

Ma, in questo caso, le alternative quali sono? L’idrogeno? E si andrà verso la sparizione dei modelli diesel, oggi grandi dominatori del mercato europeo almeno per quanto riguarda i piccoli modelli, per ragioni ambientali? Altri interrogativi sono inoltre aperti, per esempio: oggi nessuno è in grado di sbilanciarsi sul futuro dell’auto che si guida senza pilota.

Due potrebbero essere le opzioni: che ci si fermi a un supporto per il guidatore, o che si proceda verso l’automazione più completa. La strada è comunque aperta, ma Google e Apple saranno dei semplici fornitori di tecnologia o diverranno dei veri marchi? Dal punto di vista invece dei “modelli” di servizio/utilizzo: l’auto in affitto, più il peso crescente di internet, in che misura potranno produrre un cambiamento nel mondo della distribuzione e del servizio alle auto?

L’autotrasporto a gas

Nell’ottobre 2016, alla presenza dei Ministri dei Trasporti e dell’Economia, Iveco – Fca e Snam siglarono un accordo con l’obiettivo di favorire lo sviluppo del gas naturale come carburante per l’autotrazione, quale alternativa immediatamente disponibile e più sostenibile rispetto alle controparti tradizionali, in grado di generare importanti benefici ambientali ed economici per le imprese, i consumatori e la Pubblica Amministrazione.

Ad oggi, a meno di due anni dalla presentazione sul mercato italiano, Iveco ha venduto il millesimo Stralis NP alimentato a gas naturale liquefatto nel territorio nazionale e, per quanto riguarda i punti di rifornimento, a oggi ci sono 25 distributori lungo lo Stivale, di cui cinque in Veneto. Fabrizio Pellegrinelli (Iveco) e Roberto Bernardini (Snam), rappresentanti delle aziende che hanno investito su questo tipo di mezzo “green”, ne hanno spiegato i benefici che non sono solo ambientali, ma soprattutto economici. In un solo anno, infatti, uno Stralis NP 460 con 150.000 km può offrire un risparmio sul TCO superiore di 10mila euro rispetto a un camion equivalente alimentato a diesel e urea.

Automotive e formazione professionale

La digitalizzazione sta cambiando drasticamente anche il mondo dell’automobile. Il progetto finanziato dal programma Erasmus+ “Car2Lab” vuole indicare al settore automobilistico e al campo della telematica per automobili come si possano inserire con successo le nuove tecnologie digitali nella formazione professionale, con una forte spinta all’innovazione. Collaborano al progetto scuole professionali insieme a rappresentanti della ricerca scientifica e delle imprese di quattro Paesi UE.

Cristiano Griletti, sviluppatore esperto nel settore automotive, vincitore della “BattleHack Series”, ha accompagnato il pubblico in un ragionamento sulle nuove frontiere della digitalizzazione nel comparto automotive, toccando i risvolti che tale innovazione avrà sia nell’ambito aziendale che in quello della formazione professionale in Veneto. A illustrare l’iniziativa dal punto di vista della scuola, dopo l’intervento di Cristiano Grilletti, è stato Mauro Marzegan (responsabile dei progetti europei dell’Istituto San Gaetano), mentre per il coinvolgimento delle imprese è intervenuta Valeria Cibrario di Confartigianato Vicenza.

Autoriparatori, nuove competenze

Mobilità sostenibile vuol dire anche una rivoluzione della professione dell’Autoriparatore, come hanno spiegato Alessandro Angelone (presidente Confartigianato di categoria), Fabio Uglietti (Quattroruote Professional) e Stefano Brindani (Autopromotec). Il mondo della meccanica si trova in un momento di forte evoluzione che, di conseguenza, sta riformando in maniera innovativa il mondo delle officine, hanno spiegato i relatori.

Per far fronte a questo cambiamento, quindi, è necessario imparare a conoscere e capire tale trend innovativo, al fine di poter migliorare le proprie prestazioni tramite un adeguato orientamento nel settore. La prospettiva è quella di un contesto caratterizzato da una quota sempre più esigua di vetture diesel a fronte di un aumento delle auto ibride ed elettriche, con forte attenzione al tasso di incidentalità.

Nel corso dei prossimi anni – hanno proseguito i relatori – ci si aspetta che il lavoro dei riparatori subisca delle modifiche; si passerà per esempio da meccatronici a programmatori; serviranno nuove competenze nello sviluppo di sensori innovativi e conoscenze inerenti la realtà virtuale, con officine attrezzate nel provvedere all’assistenza a distanza.

La dimensione umana perderà importanza a fronte della rilevanza dei servizi aggiuntivi e della risoluzione dei problemi. Serve perciò dare più valore alla professionalità degli operatori; promuovere la fedeltà nell’assistenza, offrire pacchetti di servizi che attirino e fidelizzino il consumatore; sfruttare lo strumento della telematica mantenendo la capillarità del territorio. In poche parole, formazione e flessibilità al cambiamento saranno ancora due impegni imperanti.

Novità spettacolari

A corredo del tutto, il festival ha proposto alcuni eventi particolari come la presenza di un “megadrone” italiano costruito da Forvola®, ovvero il primo mega drone personalizzabile in grado di trasportare pesi fino a 150 kg, e l’arrivo di spettacolari moto elettriche che nulla hanno da invidiare alle loro sorelle con motore endotermico: proprio due di questi mezzi sono anche in prova alla polizia locale di Vicenza.

Interesse ha suscitato l’esposizione delle monoposto elettriche di Formula SAE mentre la casa Mercedes, con la sua Academy Driving, ha fatto testare i meccanismi ADAS, sistemi avanzati di assistenza alla guida, e Tacita ha presentato in anteprima europea la moto Tacita Model Year 2019. Momento di divertimento e di scoperta delle nuove proposte in tema di due ruote con il Trivellato EQ Experience Electric Party con dj.

A chiudere il Festival un momento dedicato all’arte e alla cultura al Passato nel futuro con Wolfgang Wild, creatore di Retronaut (“il passato come mai lo avresti immaginato” attraverso foto, personaggio descritto dal Financial Times come “colui che sussurra agli archivi”)

CI.TE.MO.S. high school

Ma futuro significa soprattutto giovani. A loro è stata dedicata un’intera mattina con CI.TE.MO.S. High school 2018, due eventi rivolti espressamente ai licei per mostrare quanto la tecnologia permei la nostra quotidianità e come le competenze in uscita dalla scuola siano cambiate nel giro di pochi anni. Gli incontri erano dedicati quindi a quei ragazzi che hanno deciso di seguire un percorso liceale per dare spessore e struttura alle proprie conoscenze, per approcciare gli apprendimenti con metodo deduttivo, ai quali devono però imparare ad associare competenze scientifiche e tecnologiche al fine di tenere il passo con un mondo del lavoro in continuo cambiamento.

Ospiti delle due mattinate: il sociologo e saggista Francesco Morace, due imprenditori vicentini (Rinaldo Folco di Fasp srl, azienda specializzata in automazioni e tecnologia per la produzione di motori elettrici, Arnaldo Guglielmini, presidente provinciale della categoria Chimica e Plastica di Confartigianato Vicenza), Ennio Chiatante Head Digital Transformation Projects di COMAU che presenterà e.DO: un piccolo robot antropomorfo a 6 assi, creato per avvicinare le scuole alla robotica. Il secondo appuntamento ha visto un unico relatore, già ospite della edizione 2017 della kermesse, ovvero il fisico nucleare (e primo ricercatore CNR) Valerio Rossi Albertini.

Guarda i contributi video, audio e fotografici di Citemos 2018

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